La difficoltà a prendere sonno la sera quando ci si va a coricare, oppure i frequenti risvegli notturni, gli incubi e l’angoscia associata a tali immagini oniriche, la fatica a riprendere sonno dopo un risveglio notturno, sono alcune delle forme in cui si manifestano i disturbi del sonno. Attualmente si riscontra un grande aumento di tali disturbi, correlati anche all’assunzione di molteplici rimedi naturali o farmacologici, allo scopo di minimizzarne i sintomi.
Talvolta, il disturbo del sonno può essere correlato a malsane abitudini che si accompagnano all’addormentamento, che lungi dall’aiutare il soggetto a rilassarsi, lo iper-stimolano, inducendolo ad uno stato di veglia forzato. Possiamo citare alcuni esempi: cenare molto tardi e mangiare cibi molto pesanti o ricchi di eccitanti; utilizzare per la lettura video, schermi o tablet fortemente retroilluminati, la mancanza di operazioni routinarie e costanti che precedano il sonno.
Altre volte, invece, sono le circostanze che viviamo che impediscono un buon riposo. Il lavoro turnista e il cambio repentino del ciclo circadiano che la persona segue può gravare sulla possibilità di riposare bene. Allo stesso modo, per un neo-genitore i frequenti risvegli notturni del figlio, obbligano ad un forzato risveglio con la necessità di dare una risposta immediata e consolatoria, e quindi costringono il genitore ad essere vigile e responsivo anche durante la notte.
Altre cause dei disturbi del sonno possono essere relative all’ansia che la persona vive durante la giornata e che non riesce ad elaborare, sia per via di particolari periodi di vita fortemente sollecitanti, sia in relazione ad una predisposizione del soggetto ad attivarsi di fronte agli eventi secondo modalità eccessive.
Inoltre, ci possono essere vere e proprie angosce profonde dell’individuo, legate ad esperienze traumatiche che provocano una sofferenza emotiva di rilievo, che emergono non appena il soggetto smette di essere attivo, proprio come quando si accinge a dormire. Tali angosce salgono dal profondo e turbano lo stato mentale così da compromettere la serenità e la possibilità di prendere sonno, o risvegliano attraverso incubi notturni ed impediscono il ri-addormentamento.
Effetti collaterali di un cattivo riposo sono sicuramente un alto livello di stress, un equilibrio psico-fisico più fragile, e maggiormente incline a perturbamento, malumore, irritabilità, basse soglie di attenzione e scarsa concentrazione.
Qualunque sia la causa scatenante, vale sempre la pena occuparsene e comprendere quali possano essere i metodi da adottare in relazione alla situazione specifica, perché ci si possa riappropriare di un buon riposo notturno.
Non solo il medico, od il farmacista, possono fornire soluzioni adeguate al bisogno, ma anche lo psicologo si occupa di far fronte a tale difficoltà. La metodologia è differente, ma spesso l’associazione di entrambe le terapie può fornire buoni risultati, e anche la possibilità di andare alla fonte del problema e di evitare la cronicizzazione del disturbo. Una consulenza psicologica mirata, può fornire alla persona gli strumenti necessari per comprendere la difficoltà che sperimenta e per porvi rimedio.
Dal punto di vista psicoanalitico, la fatica dall’addormentamento è da ricollegarsi all’angoscia: una forma di angoscia, profonda e potente, che riguarda alcuni vissuti di base, quali la separazione, la perdita, la morte. Se analizziamo il processo che precede il prender sonno, possiamo notare che per dormire il nostro corpo richiede uno stato di quiete, di tranquillità e di assenza di movimento, di rilassatezza muscolare, di abbandono fisico e mentale: lasciamo andare i pensieri, le parole, gli stimoli circostanti, fino a sfumare tutto quello che ci circonda per non occuparcene più fino al mattino successivo. Questo processo richiama il “non esserci più”, l’abbandono dello stato vigile della coscienza, per assumere uno stato di assenza di coscienza. I pensieri che accompagnano l’addormentarsi sono così facilmente collegati all’angoscia di morte, ognuno secondo la propria personalità, esperienza e abitudine. Pensiamo a tutti i ragionamenti e le paure che si risvegliano, con il buio, la notte e l’andare a dormire, non solo per i più piccoli, ma anche per gli adulti. Alcuni sopperiscono a tali paure, attraverso rituali che necessitano di regolarità e precisione, altri le mascherano o le mimetizzano, altri ancora pur avendole superate ed elaborate le incontrano nuovamente in periodi di vita particolarmente difficili o in cui si sentono più fragili e sofferenti. A fine giornata, riemergono tutte le angosce che abbiamo razionalmente tenuto a freno per occuparci del lavoro, della famiglia e delle relazioni in genere. Queste angosce necessitano della nostra attenzione e del nostro “lavoro elaborativo”, affinché si possa sciogliere il peso che esercitano. Per quanto ci sforziamo di tenerle a bada, metterle sotto, non pensarci e fingere che non ci siano, ci troviamo puntualmente a farne i conti, quando tutta la giostra si ferma e finalmente le nostre angosce possono salire a galla. La qualità di questa angoscia, la sua portata, i temi ai quali è legata sono personalissimi e non possono essere generalizzati, o affrontati in questo ambito, descrittivo e generico, ma l’intento resta quello di aiutare i lettori ad una riflessione su se stessi, che possa essere fruttuosa e allenare a prendersi cura di se.
Accade spesso, e con sempre maggiore incidenza, che i disturbi del sonno compaiano fin dalla più tenera età, influenzando sul lungo periodo la strutturazione della personalità del soggetto e delle sue modalità di comportamento. La qualità del sonno è importantissima ad ogni età, in quanto un buon riposo rende la persona più aperta, più propositiva e maggiormente incline a sentimenti positivi. Nello specifico, per i bambini il sonno acquisisce una valenza ancora più importante, rende sostiene i loro processi di apprendimento. Durante il sonno i bambini assimilano quanto hanno vissuto e lo fanno proprio. Inoltre, un bambino che non riposa bene rappresenta una difficoltà di tutta la famiglia. La stanchezza e in particolare la mancanza di ore di sonno, è anche correlata con l’irritabilità, quindi condiziona il nostro umore e peggiora la nostra qualità di vita. Un bambino che dorme poco, che ha frequenti risvegli, che ha un sonno agitato, che fatica a lasciarsi andare, rappresenta un grande stress psico-fisico anche per i genitori, che sono chiamati non solo a dare risposta a questo comportamento disfunzionale ma anche a trovare una soluzione e a ristabilire un equilibrio sonno-veglia adeguato. Le difficoltà di vita del bambino, risultano maggiormente stressanti, in quanto mettono l’adulto a contatto con qualcosa di non immediatamente comprensibile, che è “fuori di se”, ma al tempo stesso è qualcosa che riguarda da vicino e fa parte delle responsabilità personali. La difficoltà del figlio diventa una difficoltà del genitore, che però non può affrontare la questione di petto, ma deve mediarla e trovare la strada giusta non per sé ma per un altro soggetto.
Analizzare fin da subito le dinamiche intorno al dormire, anche quando si tratta di bambini, risulta quindi di fondamentale importanza per tutta la famiglia, al fine di migliorare la qualità di vita di tutti i componenti. Un intervento precoce, inoltre, permette di ottenere più velocemente un cambiamento, sia attraverso una risposta celere del bambino, in quanto i bambini sono maggiormente adattabili di un soggetto adulto, sia di impostare delle sane abitudini familiari che possono a cascata essere utili anche ai genitori.
Impostare delle buone prassi, andare alla fonte del problema per sradicarlo ed evitarne una futura cristallizzazione non è solo un intervento risolutivo del problema, ma anche un intervento di tipo preventivo.
– Manuela Montalto